In Italia gli Enti che si dovrebbero occupare di turismo, si occupano in realtà solo di promozione turistica. Ed è questo il problema n.1 del turismo italiano.
Non c’era bisogno di arrivare all’estate 2017 e ai casi eclatanti di Barcellona, Venezia e Firenze per scoprire che il turismo non può essere affrontato in questo modo, che è poi lo stesso del secolo scorso: promozione, promozione e promozione.
Non c’era bisogno di arrivare alle manifestazioni dei residenti contro il turismo per capire che gli Enti turistici andrebbero ripensati completamente nel loro ruolo, nelle loro funzioni e nelle loro competenze.
Dagli anni ’70 studi ed esperienze hanno spiegato bene che il turismo genera benefici, ma va gestito; e se il turismo è senza regia produce problemi di impatto ambientale e sociale, e forme di antiturismo.
L’antiturismo poi evolve: dapprima è un fenomeno che riguarda piccoli gruppi elitari, poi fasce sempre più ampie di residenti…, e lentamente alle parole fanno seguito i gesti e gli atti contro i turisti: intimidazioni, violenze. Mi sono occupato di antiturismo in ricerche e convegni, e oggi c’è moltissima letteratura, per chi voglia documentarsi.
Se si smette di affrontare il turismo (che è la terza industria più grande del mondo, con previsioni tutte in crescita) semplicemente con l’approccio stimolo-reazione, come avviene con le campagne promozionali, ma se lo si affronta come fenomeno complesso, i problemi dei quali la stampa parla in queste settimane, possono essere evitati. Naturalmente ora, che siamo arrivati alle manifestazioni in piazza e sulle spiagge contro i turisti, tutto è più difficile. In più mi pare evidente che a quelle Istituzioni – abituate ad affrontare il turismo con qualche foto sui social, con la pagina Facebook e uno stand alla Bit di Milano - manchino le competenze minime.
Ho provato a guardare gli account twitter e i siti web delle località dove i turisti vengono additati come responsabili dei problemi di superaffollamento: continuano imperterrite a promuovere il turismo nei loro territori, promuovono eventi, mostre, itinerari…. Qualcosa cioè che hanno sempre fatto, e continueranno a fare anche in futuro, se qualcuno non spiega loro che non ci si dovrebbe più occupare di turismo in quel modo; che non basta una strategia di marketing, ma che occorre avere una visione nuova, un approccio completamente diverso al turismo, strumenti diversi e soprattutto nuove competenze!
Per capire che il turismo oggi va visto in un’ottica completamente diversa, basterebbe guardare il calendario degli eventi delle destinazioni dove ci si lamenta dei troppi turisti e che considerano il turismo come veleno. Quasi tutti gli eventi sono nei fine settimana, in alta stagione, o comunque quando non ce ne sarebbe davvero bisogno!
Giancarlo Dall'Ara, primo di due articoli
il secondo articolo è QUI
qualche immagine che si commenta da sola
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